Sbiancamento Dentale
Un bel sorriso dà un’idea di igiene, di ordine, e contribuisce a valorizzare per intero la persona. La visione di denti gialli, sporchi e con tartaro, invece, danno l’idea di una persona non curata.
Al contrario di quanto si possa pensare, non è lo smalto che determina il colore dei denti, ma la dentina sottostante. Con il passare del tempo il cambiamento di colore può avvenire per diversi motivi:
- Alterazioni congeniti dello smalto
- Assunzione di particolari antibiotici (tetraciclina) durante la fase di sviluppo dei denti
- Fluorosi dei denti a causa di un eccessivo dosaggio di fluoro
- Pigmentazione attraverso l’assunzione prolungata di tè, caffè, vino rosso, fumo di tabacco, ecc.
- Dente non vitale o trattamento radicolare
- Età: generalmente i denti diventano più scuri con l’avanzare dell’età
I metodi di sbiancamento professionali sono essenzialmente caratterizzati dal fatto che sia che vengano fatti in studio o a casa tramite apposite mascherine, sono comunque sempre svolti sotto la supervisione di un medico dentista e prevedono l’utilizzo di prodotti contenti perossido di idrogeno, in diverse concentrazioni.
Lo sbiancamento in studio prevede, oltre all’uso di perossido di idrogeno (35%), anche l’uso di una sorgente di energia per catalizzare la reazione che può derivare da una lampada alogena, a luce ultravioletta, a led, al plasma o da un laser.
Il principale vantaggio è la garanzia del raggiungimento di un ottimo risultato (fino a 15 tonalità in meno di un’ora con durata dell’effetto sbiancante da 1 a 2 anni). I possibili svantaggi riguardano l’eventuale sensibilità dentale dovuta all’alta concentrazione di perossido di idrogeno ed a costi più elevati se rapportati alle altre metodiche di sbiancamento professionale.

Lo sbiancamento danneggia i denti?
Studi scientifici sono concordi nell’affermare che uno sbiancamento effettuato sotto controllo del dentista non provoca danni permanenti né una perdita di sostanza dei denti o delle gengive. Semmai aumenta temporaneamente la sensibilità dei colletti dentari, innanzitutto nei pazienti parodontopatici che presentano una retrazione gengivale con radici parzialmente scoperte.